“Regioni, un motore da riparare” – Rapporto sulle Regioni

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Il nuovo Rapporto sul Rating Pubblico delle Regioni è appena stato pubblicato da Ed. Rubbettino.

Il nuovo Rapporto offre una mappatura comparata della trasparenza, integrità ed efficienza delle Regioni italiane: effettuata nel 2020, essa si basa sui dati pubblicati  dalle Regioni stesse sui rispettivi siti web in base agli obblighi di pubblicazione stabiliti dalla norme vigenti.

Perché le Regioni? Perché saranno chiamate a gestire parte dei fondi europei.

La ripresa economica post Covid 19, infatti, non sarà solo una questione di quanti soldi arriveranno nel nostro Paese, ma anche e soprattutto di “come” quei soldi saranno spesi e “da chi”.

Nel dibattito politico, invece, l’attenzione sembra concentrarsi quasi esclusivamente su quali progetti di investimento scegliere – se più per la green economy o per la digitalizzazione- e su chi dovrà gestire i relativi aiuti europei. Non basta: serve cominciare subito a porre l’accento sul rafforzamento di quella “capacità istituzionale” che l’Europa esige come condizione essenziale affinché il Piano di ripresa “Next Generation EU” non rischi di essere sprecato.

Il problema è che in Italia, ad oggi, non esiste una mappatura di quella capacità istituzionale, se non limitatamente ad alcune categorie di dati. Questo Rapporto, basato sulla metodologia del Rating Pubblico, prova a porre le basi di quella mappatura, fornendo una sorta di due diligence dell’apparato amministrativo delle Regioni, per capire se e come esse sono pronte per partecipare al piano di ripresa europea per il dopo pandemia.

Quella due diligence è il primo requisito per attirare investitori nel nostro Paese, siano essi l’Unione Europea o fondi privati: è a partire da essa che il Governo italiano può avvalorare il programma di investimenti da presentare in Europa accompagnandolo con un piano dettagliato di rafforzamento istituzionale delle Amministrazioni chiamate a essere gli attori principali di investimento e spesa sui territori.

Senza quel piano, i soldi europei serviranno a poco, come benzina iniettata in un’automobile con il motore in panne e le gomme a terra. L’Italia deve dimostrare fuori dai suoi confini di conoscere il motore della propria macchina pubblica e di sapere dove e come intervenire per risanarlo.

Prima di mettere la benzina di Next Generation EU, non dopo.