Le dichiarazioni del presidente Busia
”Ci sono tante risorse con i fondi Pnrr, e c’è il rischio che suscitino appetiti della criminalità. Dobbiamo non solo evitarlo, ma anche cogliere la sfida del Pnrr come strumento per cambiare la Pubblica Amministrazione, per creare cultura della Buona Amministrazione”.
E’ quanto ha detto il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, stamane 14 dicembre al Teatro Quirino di Roma, della VIII edizione della Giornata del Responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, dove è intervenuto anche il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
“La prevenzione della corruzione è essenziale – ha ribadito Busia -, la repressione non basta. Avere regole chiare e certe significa far progredire il Paese, non creare intralci alla crescita e allo sviluppo. Il Codice degli appalti è, per questo, elemento essenziale del Pnrr, ma occorre coniugare semplificazione con trasparenza e controllabilità”. “Non è detto che la brevità necessariamente aiuti e velocizzi – ha avvertito Busia -. Quando si lavora con strumenti normativi così complessi non è con l’accetta ma col bisturi che si ottengono risultati. Speriamo che alla fine prevalga questo spirito nel percorso legislativo che porterà al nuovo codice. Noi puntiamo molto sulla digitalizzazione delle gare, dall’inizio alla fine, e la Banca dati nazionale dei contratti pubblici di Anac, che l’Europa ci
ha chiesto di potenziare, è la chiave di volta”.
Intervenendo sul Piano nazionale anticorruzione, approvato da Anac e che avrà validità per il triennio 2023-2025, Busia ha sottolineato che “la prevenzione della corruzione ha bisogno di individuare ambiti dove maggiore è il rischio, altrimenti si rischia uno spreco dì energie. Selezione vuol dire individuare in ciascuna organizzazione le priorità e concentrare la propria azione su quelle. Questo richiede leadership e coraggio”.
Le dichiarazioni del ministro Zangrillo
Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, si è detto molto soddisfatto del lavoro svolto da Anac. “Il ruolo di Anac e i piani di prevenzione nella lotta alla corruzione sono fondamentali, anche in vista della piena realizzazione del Pnrr. Il Piano anti-corruzione 2022, insieme alle misure previste dal nostro ordinamento, come i piani triennali di prevenzione, saranno gli strumenti che noi dovremo necessariamente utilizzare per cercare di arrivare al traguardo del 2026 sul Piano nazionale di ripresa e resilienza “.
“In Italia – ha continuato il ministro – abbiamo migliorato di dieci posizioni il nostro ranking, ma rimane comunque una diffusa percezione che il fenomeno corruttivo sia ancora estremamente elevato. Lo certifica l’Eurobarometro 2022 che mostra come l’89% degli intervistati ritiene che la corruzione in Italia sia ancora diffusa rispetto a una media europea del 68 per cento. Il 32 per cento delle persone intervistate ritiene che il fenomeno corruttivo abbia degli effetti su loro stessi rispetto alla media Ue del 24 per cento”.
“Nel quinquennio 2017-2021 – ha continuato il ministro – gli illeciti accertati contro la spesa pubblica valgono 34 miliardi di euro per un totale di 115 mila soggetti che sono stati denunciati. Quindi i costi diretti e indiretti della corruzione sono costi altissimi per la collettività non solo dal punto di vista economico ma anche sociale perché minano in modo drammatico la percezione dei cittadini e degli investitori, allargano il divario di fiducia e credibilità che i cittadini hanno verso lo Stato e le istituzioni e questo produce un grande ostacolo per lo sviluppo del Paese. Penso ai tribunali al collasso, alla perdita di investimenti stranieri, all’ambiente vituperato, alla realizzazione di opere pubbliche che diventano percorsi infiniti.
Una indagine di Bankitalia fatta subito prima della pandemia, mette in evidenza che la durata media in Italia per realizzare un’opera del valore fino a 300 mila euro è di quattro anni e 10 mesi, quasi cinque anni, e passa dai cinque agli undici anni per le opere dal valore superiore ai 5 milioni di euro. E il dato rilevante è che il 40 per cento” per la realizzazione delle opere pubbliche “è dedicato ai passaggi burocratici. Allora se io penso alle sfide che abbiamo di fronte e la sfida più importante per lo sviluppo del nostro Paese si chiama Pnrr, certamente allora dobbiamo porci il problema di non rimanere ostaggio di questa incertezza burocratica, di queste complicazioni e complessità che derivano dai fenomeni corruttivi”.