Dopo l’alluvione in Emilia Romagna (l’ennesima) vengono in mente le parole di un cantautore, per l’appunto emiliano: “era già tutto previsto”.
Adesso, a dire il vero, lo scrivono in tanti, e in effetti basta leggere il Rapporto BES 2022 per prendere atto di dati di per sé eloquenti: nel rapporto tra i residenti in aree a pericolosità idraulica media e la popolazione regionale totale, il posizionamento dell’Emilia Romagna non è solo il più alto – e dunque il peggiore – ma si attesta anche su un valore outlier, nettamente al di sopra delle percentuali registrate per le altre Regioni: 62,5%, su una media che si ferma poco sopra l’11%.
Fonte: Dati ISPRA, Rapporto Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità ed indicatori di rischio 2021 (Rapporto BES 2022)
È vero che l’Italia presenta caratteristiche geologiche che la espongono al rischio di alluvioni, ulteriormente aggravato dall’intervento umano legato, ad esempio, alla cementificazione, all’abusivismo edilizio e all’abbandono dei terreni d’altura. È altrettanto vero che il 62,5% di residenti in aree a rischio alluvione si presenta come un dato nettamente superiore a quelli registrati per il resto del campione: a seguire l’Emilia Romagna, infatti, sono, a grande distanza, la P.A. di Trento e la Toscana, entrambe al di sotto del 26%.