Con l’art. 24 (Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio) della L. 164/2014 “Sblocca Italia”, si dà nuova forza e slancio al ruolo dei cittadini, singoli ed associati, nella cura dei beni comuni e dell’interesse generale, come determinato dall’art.118 u.c. della Costituzione. I Comuni hanno la possibilità di definire, con un’apposita delibera, “i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare”.
Per evitare che i cittadini che scelgono di attivarsi, debbano accontentarsi di svolgere funzioni eccessivamente circoscritte o residuali rispetto alle possibilità offerte loro dal principio di sussidiarietà costituzionale, limitate nell’originaria formulazione dell’art. 24 a “la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze o strade”, Cittadinanzattiva ha proposto di ampliare le fattispecie previste, con una ricaduta simbolica e pratica, anche all’ambito del recupero e del riuso di beni immobili e aree inutilizzate. Cittadinanzattiva, inoltre, ha proposto – e ottenuto – di specificare che tali recupero e riuso debbano essere finalizzati, in totale sintonia col dettato costituzionale, ad attività di interesse generale, intese quali cura e salvaguardia dei beni comuni e tutela dei diritti, in particolare dei soggetti più deboli.
I Comuni sono chiamati, quindi, a favorire i cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale, non solo in interventi di pulizia, manutenzione e abbellimento degli spazi comuni, ma, in particolare, per il riuso e recupero di beni pubblici inutilizzati e valorizzazione di zone limitate del territorio urbano ed extraurbano.