(Adnkronos) – Roma, 11 dicembre 2008 – Fondazione Etica ha esaminato le proposte del governo per la modifica della disciplina dell’azione collettiva risarcitoria, la class action italiana. Il progetto del governo adotta, spiega Fondazione Etica, proprio l’espressione “class action” e riconfigura l’istituto in modo da renderlo piu’ aderente allo schema sperimentato negli Stati Uniti, grazie al quale si permette un accesso alla giustizia in forme collettive semplificate che si possono descrivere con una metafora: l’azione collettiva e’, rispetto alle tradizionali azioni individuali, paragonabile a un trasporto in autobus anziche’ in taxi verso la tutela giurisdizionale. ”Tuttavia -osserva Fondazione Etica- il progetto del governo restringe anche considerevolmente l’ambito di applicazione della norma: da un lato, escludendo gli scandali finanziari verificatisi sino a tutto il 2007; dall’altro, disponendo che l’azione collettiva possa adottarsi solo quando le somme da liquidare in favore dei componenti del gruppo interessato siano identiche. Questa interpretazione del testo non e’ inevitabile, ma se dovesse affermarsi, la funzionalita’ dell’istituto sarebbe fortemente compromessa”. Come ha osservato il prof. Andrea Giussani, componente del comitato scientifico della Fondazione, uno dei maggiori esperti italiani del settore ed autore della prima monografia italiana sul tema nel 1996, “se cosi’ fosse il mezzo di trasporto collettivo, gia’ strutturato piu’ che come un autobus come un tram, costretto a viaggiare solo su binari precostituiti (dato che si ammette l’azione solo se il giudice ritiene sin dall’inizio che puo’ avere successo), diventerebbe addirittura un mezzo del tutto privo di volante, incapace di adattarsi a percorsi che richiedano anche solo lievi variazioni di direzione: potrebbe andare
soltanto diritto dinanzi a se’, e aiuterebbe poco a migliorare il traffico per le strade della giustizia civile”.