Smart cities, città metropolitana, comunità resiliente, sostenibilità…: quanti sono gli slogan lanciati in questi anni per dire, in fondo, sempre la stessa cosa, e cioè rendere le comunità vivibili, a misura di persone, attente al bene comune.
Un passo avanti importante è rappresentato proprio dalla possibilità per i cittadini di gestire e valorizzare i beni pubblici in disuso.
Partiamo dai dati:
Una abitazione su dieci in Italia risulta non utilizzata,
più di 20mila le aree industriali dismesse in tutta Europa,
1.700 le stazioni ferroviarie impresenziate nel nostro Paese.
Nel solo Veneto i capannoni industriali sfitti sono circa il 20% del totale;
in Toscana, su un totale di 132 case cantoniere, 64 sono state trasferite alla Regione in attesa di una nuova destinazione;
a Milano e Provincia l’11% degli uffici, pari ad una superficie di 1,3 milioni di metri quadri, sono vuoti.
Un patrimonio edilizio che aspetta di essere rivitalizzato. Tra i beni abbandonati v’è di tutto: dalle centrali elettriche ai teatri e ai cinema, dalle biblioteche agli alberghi, dalle ferrovie agli impianti sportivi, ed ancora parcheggi, ospedali, abitazioni, uffici, industrie, capannoni… E tutto in grandi quantità: milioni di ettari di terreni, decine di milioni di metri cubi che attendono una utilizzazione, un recupero, una nuova vita.