Il Corriere della Sera, lo scorso 8 febbraio, ha pubblicato alcuni dati dal nostro nuovo Rapporto sui Comuni, che uscirà in marzo con Editore Rubettino.
Di seguito l’estratto:
COMUNI, NON C’È BISOGNO DI TAGLI: CHI SA GUADAGNARE DAL PATRIMONIO IMMOBILIARE PUBBLICO
QUALI SONO I COMUNI PIÙ TRASPARENTI SULL’USO DEI BENI IMMOBILI
E PIÙ EFFICIENTI NEL SALDO FITTI ATTIVI E FITTI PASSIVI,
SECONDO IL RATING PUBBLICO DI FONDAZIONE ETICA
In questo tempo di campagna elettorale i partiti promettono tagli di ogni tipo, ma nessuno chiede conto dei mancati guadagni, ad esempio, nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico, sia nazionale che regionale che comunale. Un patrimonio da valorizzare, ma che, spesso, porta spese e non entrate, come invece dovrebbe.
I cittadini lo sanno? In realtà, la gestione del patrimonio immobiliare pubblico è un indicatore poco considerato anche da loro nella valutazione del proprio Comune: difficilmente un cittadino chiede conto al proprio Sindaco di come utilizza un fabbricato, se come sede di un ufficio comunale o se concesso in comodato o in locazione.
Sono informazioni importanti non solo in termini di trasparenza, ma anche di misurazione della capacità gestionale di un Comune. Nel caso di una società privata, l’amministratore delegato non nasconde agli azionisti i nominativi dei locatari dei beni immobili di proprietà, né, tanto meno, il relativo introito: a maggior ragione, quando si tratta di gestire un bene pubblico, la privacy del beneficiario della concessione, o locazione, di un immobile si scontra con il dovere di accountability di un Comune verso i proprietari di fatto, che sono i cittadini.
Il tema, invece, diventa di attualità solo in occasione di scandali, come quello scoppiato a Roma sugli affitti agevolati concessi su immobili comunali di pregio, con conseguente discapito per le entrate pubbliche. È per questo che nella valutazione del Rating Pubblico l’indicatore costituisce uno dei più significativi per la valutazione della governance di un Comune.
Comuni trasparenti sull’uso dei beni immobili
Prima ancora della gestione degli immobili, è spesso difficile individuare anche semplicemente l’esatta rappresentazione del patrimonio immobiliare pubblico. I Comuni sono obbligati a pubblicare l’elenco dei terreni e dei fabbricati posseduti, ma alcuni si limitano a pubblicare un mero elenco di beni con elementi informativi insufficienti.
Il decreto cosiddetto “trasparenza” n.33/2013, in effetti, non specifica molto, laddove all’articolo 30 dispone: “Le pubbliche amministrazioni pubblicano le informazioni identificative degli immobili posseduti”. È, tuttavia, evidente che lo spirito della norma non è quello di pubblicare semplicemente le categorie catastali di fabbricati e terreni, ma anche, ad esempio, la destinazione (abitazione, ufficio, etc.), l’effettivo utilizzo (asilo, deposito, etc.), la superficie, il valore: la realtà è che lo fanno in pochi.
Il Comune benchmark è Brindisi, che arriva a pubblicare anche una rappresentazione grafica del proprio patrimonio immobiliare, a sua volta proposta sia in versione sintetica che dettagliata.
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